annunciare,conoscendo invece a memoria quelle della diplomazia più ritrita oppure del politichese più raffinato. Come giudicare altrimenti queste parole di monsignore Fisichella,oggi presidente di un importante dicastero vaticano , a giustificazione della comunione data al capo del governo? <il presidente Berlusconi essendosi separato dalla seconda moglie, signora Veronica,,con la quale era sposato civilmente ,è tornato ad una situazione, diciamo così, ex ante…..Il primo matrimonio era un matrimonio religioso.E’ il secondo matrimonio,da un punto di vista canonico, che creava problemi.E’ solo al fedele separato e risposato che è vietato comunicarsi poiché sussiste uno stato di permanenza nel peccato.. se l’ostacolo vieve rimosso,nulla osta > (il Messaggero, 21 aprile 2010)
Qualcuno, come il direttore di” Famiglia Cristiana “ don Antonio Sciortino, ha avuto la forza di denunciare pubblicamente la gravità della situazione, che mette a repentaglio il cuore del messaggio evangelico dell’amore verso i poveri, vera prova concreta dell’amore di Dio: costui non è stato applaudito come difensore dei valori cristiani ma criticato,talora insultato,sempre marginalizzato.
In questi anni ci siamo abituati a tutto. O meglio, i vertici della Chiesa italiana ,ci hanno abituato a tutto. Quasi come se la morale cattolica si applicasse per i nemici e si interpretasse per gli amici. Abbiamo imparato che perfino il sacramento dell’eucaristia ,perfino la bestemmia possono essere soggetti alle logiche politiche. Ci hanno insegnato che la Segreteria di stato vaticana perdona settanta volte sette a Pilato,Erode e Caifa, ma lapida la peccatrice, dimentica al suo destino il buon ladrone e lascia Lazzaro nella tomba. Siamo stati abituati a vedere prelati e cardinali partecipare allegramente e senza ritegno ai banchetti organizzati dai potenti di questo mondo per celebrare una triste union sacrée, dimentica di quanto avviene fuori del palazzo. Chi può scordare la cena di Bruno Vespa dell’8 luglio scorso con illustri commensali quali i cardinal Bertone, il sindaco di Roma Alemanno, Casini,Berlusconi e pure il maestro Muti ? I vertici ecclesiali dovrebbero stare attenti che durante gli incontri ufficiali tra Stato e Chiesa, per non dare l’idea di unn mercanteggiamento continuo ( che già emerge implicitamente in locuzioni come quella dei “ valori non negoziabili “ …quasi gli altri valori fossero invece merce!) e di un contatto con il potere molto disdicevole per chi rappresenta un’autorità morale: Immaginiamo che governare la Chiesa sia difficile, specialmente in questo momento, ma la prudenza,la cautela e la sobrietà sembrano sparite dai sacri palazzi……..Invochiamo maggiore fedeltà al dettato evangelico del <sia il vostro parlare:”Si,si “, “No,no” ; il di più viene dal Maligno> Ci saremmo aspettati delle smentite se i fatti descritti dai mezzi di informazione non corrispondessero alla realtà.
L’EDUCATORE d’ ITALIA
Sono anni che il cardinal Ruini parla giustamente di “emergenza educativa”:Ricordiamo tutti come l’allora presidente della CEI aveva salutato la massiccia astensione al referendum sulla fecondazione assistita del 2005: il mancato raggiungimento del quorum sarebbe stato <frutto della maturità del popolo italiano, che si è rifiutato di pronunciarsi su quesiti tecnici e complessi, che ama la vita e diffida di una scienza che pretenda di manipolare la vita> ( radio Vaticana, 14 giugno.2005).
Ma dov’è oggi questa maturità, dov’è questa Italia migliore ? A Rosarno, sulla gru di Brescia, nei rifiuti di Napoli, nel canale di Sicilia ? Ha forse il volto di un onorevole Scilipoti qualsiasi, grazie al “sensi di responsabilità” del quale il cardinale Bagnasco ha potuto dire : <Ripetutamente gli italiani si sono espressi col desiderio di governabilità e quindi questa volontà,questo desiderio espresso in modo chiaro e democratico deve essere da tutti rispettato e perseguito con buona volontà e onestà > (dichiarazione alle agenzie di stampa, 15 dicemb ? Oppure la ritroviamo soltanto ad Arcore ?E’ proprio il padrone di Villa San Martino il vero educatore dell’Italia,ormai da trenta anni . L’educatore che ha creato l’emergenza. L’educatore a cui si domanda un appoggio per educare ancora e meglio gli italiani, questa volta nientemeno che ai valori cristiani, quelli non “negoziabili” . E’ questa la vera tragedia della Chiesa italiana. L’educatore farà forse le leggi che piacciono ai vertici ecclesiali,ma continuerà ad immettere nel Paese quei “valori” testimoniati dalla sua vita privata e determinanti per il suo successo prima imprenditoriale e poi politico. I valori delle sue televisioni. Apparenza; denaro, successo, barzellette, bellezza artificiale, salutismo, volgarità,disprezzo della donna. E’ questo insieme a essere la cifra della realtà italiana. E chi propugna questa visione antropologica dovrebbe sostenere i diritti di malati e disabili a essere valorizzati e curati ? Credono i vertici della CEI che l’ideale dei soldi a buon mercato sia un esempio per i giovani? Credono certi prelati che gli atteggiamenti maschilisti ,maleducati e volgari nei confronti della donna favoriscano il rispetto nei suoi confronti? Sono realmente persuasi che un certo tipo di messaggio valorizzi una sessualità responsabile e matura, e promuova la tutela della vita?
Chi garantisce la Chiesa sull’ 8 per mille , sull’esenzione dall’ICI, sul testamento biologico, sulla scuola cattolica, sull’aborto e’ colui che propugna una visione della vita in cui la sofferenza è esclusa, la povertà è una colpa,l’edonismo è una virtù. Un uomo che tratta la CEI come il sindacato delle tonache, come l’associazione dei Vescovi italiani, come una Confindustria qualsiasi alla cui platea dire : << il mio programma è il vostro>>. L’uomo della provvidenza che infatti afferma : << Da parte mia non verrà mai nulla contro il Vaticano >> ( Repubblica,10.12.2010). O vi sta forse minacciando? Vi minaccia di aprire il fuoco con le sue corazzate mediatiche, per distruggere l’immagine della Chiesa in Italia? Abbiate il coraggio di dircelo, di denunciarlo. Altrimenti saranno nuovamente altri a restare sotto le macerie, e il silenzio dell’Episcopato vi porrà non tra le vittime, ma tra i colpevoli.
Qualche vescovo ha protestato per questo andazzo ,ma la sua voce scompare dall’organo di informazione della conferenza episcopale: il cardinale di Milano Tettamanzi,pesantemente insultato da esponenti di governo, non è stato adeguatamente difeso. Ma si dice che il governo presieduto da Berlusconi garantisce meglio di altri le istanze più importanti per i cattolici. Lui farà le leggi che stanno a cuore alla Chiesa,lui fermerà la deriva secolararista. Si pensa che siano le norme a costruire e a indirizzare la morale pubblica, ma il più delle volte è vero l’inverso in quanto sono i costumi, i modi di pensare diffusi, la sensibilità comune a venire sintetizzati in una legge valida per tutti. Se non c’è più fiducia nella coscienza individuale e, in fondo, nell’uomo, allora, per imporre la propria visione,si deve ricorrere alla forza coercitiva della legge. Una strada sbagliata e sicuramente perdente. Un giorno apriremo tutti gli occhi e vedremo un paese imbarbarito,impoverito,più corrotto e corruttore,soprattutto meno aperto alla speranza. Perché l’Italia vive un momento di gravissima crisi etica che si sta già riversando in una serie di norme lesive non solo della democrazia ma anche dei diritti umani. La politica dei respingimenti in mare, per esempio, di quanti fuggono dalla guerra e dalla miseria, il chiudere gli occhi di fronte a sofferenze e morti di cui anche noi siamo responsabili, sono offese alla dignità dell’uomo e a qualsiasi valore cristiano.
Chi ha voluto questi provvedimenti,secondo le dichiarazioni ancora di monsignore Rino Fisichella, << manifesta una piena condivisione con il pensiero della Chiesa>> ( Corriere della Sera, 3O marzo 2010). Perfetto : quindi la Chiesa, secondo uno dei vescovi più presenti sui media, è d’accordo con i respingimenti in mare, con la politica della paura e dell’esclusione, con una ideologia volgare e anticristiana, benché dopo l’ampolla del dio Po oggi si tenga in mano il Crocifisso. Tutti si rendono conto che i “difensori della fede “ non hanno mai letto il Vangelo e in verità sono contro il Vangelo. Tutti lo sanno, anche chi inneggia ai valori. A quel che conta è che sono contro la pillola Ru486, quella dell’aborto definito “ fai da te “ ! Peccato che la metà degli aborti sia praticato da donne straniere non di certo aiutate da certi provvedimenti, ma forse, così come loro sono di serie B, anche i loro bambini mai nati sono di serie B.
In nome di Chi ?
E tutto questo in nome dei valori? Di quale fede? Di quale carità? Oggi sono
tanti i Simon Mago che bussano alla porta dei ministri della Chiesa per ottenere i potere magici utili a vincere le elezioni: una dichiarazione ai microfoni ,un appoggio dal pulpito, un chiudere gli occhi sulle più evidenti nefandezze. E in cambio si ottiene notorietà, un lasciapassare per i salotti dei potenti, qualche gazebo per la “padania cristiana,mai musulmana”, qualche finanziamento in più per la scuola cattolica.
A questo punto non è soltanto una questione politica ma è un problema che investe la natura della Chiesa. E non ci riferiamo allo scandalo, seppur grave, della pedofilia, coraggiosamente affrontato da Papa Benedetto XVI, ma proprio alla simonia,ossia alla vendita di sacramenti in cambio di denaro e di visibilità, semplicemente per conservare un potere storicamente acquisito. I vertici della Chiesa cattolica italiana sembrano rappresentare ormai una “Chiesa di Esaù” che si vende per una minestra. Mentre si ottengono a prezzi di saldo “politiche cristiane”, il cristianesimo stesso è oggettivamente in declino. Facciamo con gran dolore queste affermazioni. Non le facciamo in nome di una visione astratta e insostenibile che vorrebbe un cristianesimo “ che crede in Cristo e non nela Chiesa “. Le facciamo perché sappiamo che la Chiesa è l’unico spazio in cui possiamo incontrare la Parola di Dio, in cui possiamo ricevere i sacramenti, in cui siamo confermati nella fede. Per questo deploriamo la svendita dell’immagine della Chiesa,svilita dai troppi mercanti nel Tempio.
Questi atteggiamenti offendono molti altri vostri confratelli nell’episcopato che in tutti i paesi poveri del mondo devono affrontare problemi veri che riguardano la vita e la morte di intere popolazioni; vescovi che vivono in povertà o che magari sono minacciati da chi lavora per il disordine e per la guerra. Offendono i cristiani perseguitati a motivo della propria fede che vivono situazioni di estremo disagio in molte parti della terra. Offendono molti preti che nel nostro Paese vedono vuotarsi le parrocchie, languire gli oratori, sfuggire sempre di più i fedeli, mentre buona parte delle alte gerarchie è indaffaratissima a puntellare il governo in carica. E infine offendono i semplici credenti, disgustati oramai da queste commistioni con il potere, dagli intrighi con personaggi molto discutibili, dall’incapacità di vedere e di denunciare il clima di corruttela presente nel paese. Quale è la fede che testimoniamo ? Quale speranza per i più poveri, in corpo e in spirito ? Quale carità esigiamo se non quella di un’elemosina compassionevole, elargita dai miliardari senza scrupoli ?
In attesa della vostra parola
Non è questa la Chiesa in cui crediamo. Noi vogliamo una Chiesa che sappia rinunciare <<all’esercizio di certi diritti legittimamente acquisiti, ove constatasse che il loro uso potesse far dubitare della sincerità della sua testimonianza o nuove circostanze esigessero altre disposizioni>> (Gaudium et spes,76). Noi rimaniamo fermi al dettato conciliare. Dovrebbero essere i verticid ella Conferenza Episcopale Italiana e soprattutto della Curia romana a prendere atto della situazione. Se fossero stati eletti democraticamente potremmo facilmente chiedere le loro dimissioni, ma sappiamo che la Chiesa non è democrazia e che la CEI, unico consesso dei vescovi nel mondo, non elegge il suo presidente.
Ormai la sfiducia è presente nel cuore di moltissimi fedeli. Il silenzio accompagna non progressivo allontanamento dell’appartenenza ecclesiale. Un silenzio che segna la cifra dello scisma sommerso ormai dilagante in seno a quella che un tempo era la tradizione cattolica del popolo italiano. Molti non si preoccupano più della Chiesa. Tacciano,non si indignano, non criticano, vivono tranquilli : non perché approvino questa situazione ma perché semplicemente a loro non importa più nulla delle sorti della fede. Ma noi che ci sentiamo ancora parte della Chiesa, e che mai rinunceremo a questa intima comunione, non possiamo tacere. Se non parliamo noi, grideranno le pietre !
Pregheremo nella fiducia in Gesù Cristo, che ha vinto il mondo (Giovanni 16,33), e nell’atteggiamento dell’ascolto, per dar modo a Lei e ai suoi confratelli vescovi di pronunciare finalmente parole autorevoli e coraggiose capaci di restituire credibilità e coerenza evangelica al vostro Magistero.
---------Piergiorgio CATTANI